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Essere o non essere…genitori 2.0?

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Quando mi è stato spiegato che sarebbero stati attivati dei corsi di formazione, degli incontri studiati ad hoc per dare spunti e mezzi nuovi a genitori ed educatori per seguire bambini e ragazzi sono rimasta perplessa. Io, che genitore lo sono da meno di due anni, non nego che un po’ mi sono spaventata e mi è tornata in mente una frase che ultimamente mi è stata detta di frequente: bambini piccoli pensieri piccoli, bambini grandi pensieri grandi. Insomma notti insonni, cambi di pannolini e capricci non sono nulla a confronto di quello che mi aspetta. Gap generazionale? Mi sentirò inadeguata a fronteggiare problemi e richiesti di una adolescente 2.0?Non si sa, fatto sta che i genitori che si trovano a quasi non saper mandare una e-mail e hanno figli di 10 anni che sanno aprirsi un profilo in Facebook sono parecchi. Molti più di quanto si possa pensare. Il problema non è solo la tecnologia, il nuovo modo di comunicare sempre meno verbale e più tecnologico. Il problema è anche la mancanza di tempo dedicato, del saper capire le priorità della famiglia, di essere figure adulte pronte a diventare un punto di riferimento. Ecco il coaching come strategia di formazione arriva in soccorso, aiuta a fare ordine, a trovare i punti nevralgici a rispolverare l’autostima e tanti altri “dettagli” che non sono per forza un gap generazionale.

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